Scuola di formazione a Ragusa: Il Sud, una risorsa per l’Italia
Giornate intense, incontri interessanti, dibattiti costruttivi, nuove amicizie, il tutto inserito in una meravigliosa cornice paesaggistica e culturale, ecco in pochissime parole la scuola di Formazione a Ragusa, tenutasi dal 29 ottobre al 1 novembre 2010.
I conferenzieri delle varie giornate: don Antonio Sciortino, direttore di Famiglia Cristiana, il prof. Giuseppe Savagnone, direttore del Centro diocesano per la cultura di Palermo, il prof. Massimo Lo Cicero, docente di Economia della comunicazione presso l’Università degli Studi di Roma Tor Vergata, don Paolo La Terra, Assistente ecclesiastico del gruppo FUCI di Ragusa, dott. Alberto Cisterna, Sostituto Procuratore presso la Direzione Nazionale Antimafia, dott. Vincenzo la Monica, referente regionale Caritas Sicilia per l’immigrazione, prof.ssa Giuliana Martirani, docente di geografia politica all’Università Federico II di Napoli, don Maurizio Viviani, direttore dell’Ufficio Nazionale dell’educazione, dott. Fabio Mazzocchio, direttore dell’Istituo Bachelet di Azione Cattolica, dott. Vincenzo Gulino, psicologo.
I laboratori sono stati coordinati dal dott. Gian Piero Saladino e dalla dott.ssa Patrizia Pastore.
Alcune riflessioni di don Antonio Sciortino. Gli stranieri rappresentano il 10% del prodotto interno lordo, essi pagano le nostre pensioni, ma d’altro canto non ricevono nulla dalla società. Non si tratta di alzate i muri, ma di governare il fenomeno dell’immigrazione, al di sopra di ogni egoismo nazionale, perciò nessuno può dire: “non mi riguarda”. Qual è la vera integrazione? Alcuni punti: il ricongiungimento familiare, l’integrazione a scuola e la cittadinanza.
I mezzi di comunicazione alimentano luoghi comuni, stereotipi, accrescendo il senso di paura, non aiutando la convivenza tra nord e sud e i rapporti tra regioni. Non si dovrebbe parlare di “pacchetto di sicurezza” ma semmai di “pacchetto integrazione, accoglienza e solidarietà”. Il federalismo in sé vuole nascondere solo le voglie di secessione, non propone alcun valore di solidarietà.
L’Italia non cresce come Paese, il povero lavoratore si affida alla famiglia, attualmente il miglior ammortizzatore sociale.
I laici devono essere dei cristiani maturi e non dei “surrogati dei preti”, grazie al sacramento del battesimo. Ma dove sono questi laici maturi? Sono silenti.
“La Chiesa deve uscire dalla politica”. Occorre costruire una società in modo attivo. L’invito di don Sciortino è di non chiudersi nelle Chiese, ma di sporcarsi nelle strade.
Egli afferma che c’è collusione anche all’interno delle Chiese, ma vi è un’incompatibilità della cultura mafiosa con il cattolicesimo. Il Vangelo non può essere scisso, ma espresso nella sua totalità. Ogni Diocesi ha il compito di agire e ciascuno a essere pronto a pagare di persona. Alcuni martiri della giustizia: don Pino Puglisi e don Peppino Diana. Essi non si ritenevano degli eroi, ma uomini di fede. La coscienza religiosa si deve trasformare in coscienza civile, ricerca della pace e della giustizia.
Attualmente il parlamento è svuotato dalla sua funzione principe: legiferare per il bene dei cittadini. I cattolici devono dire qualcosa, soprattutto perché i cattolici hanno partecipato alla stesura della carta costituzionale.
Più si assumono cariche elevate, più i comportamenti devono essere irreprensibili, perché vi è una responsabilità nei confronti dell’opinione pubblica, in particolare dei giovani. Papa Paolo VI affermava: “la politica deve essere carità e servizio per la comunità”. Se viene meno la passione per la cosa pubblica c’è il rischio di andare verso forme di autoritarismo.
I cattolici hanno il diritto di partecipare, a molti piace il “silenzio” dei cattolici, ma la Chiesa non può tacere, né balbettare; sempre e comunque deve svolgere la sua funzione profetica: annunciare il Vangelo. E’ una verità scomoda, ma con l’obiettivo della crescita della comunità, soprattutto al Sud, considerato più come una palla al piede che come una risorsa.
Il Mezzogiorno evoca l’idea del fallimento, della delusione, dell’impresa impossibile.
Infine le parole del cardinale Angelo Bagnasco: “ il Paese deve crescere per una giustizia sociale che migliori la condizione del Meridione, dei giovani, delle famiglie monoreddito”. Non ci deve essere un contrapposizione tra regioni ricche e povere, perché il Sud è una risorsa per l’Italia.
Elisa Ghisleni